Raccontare dei luoghi e non raccontare delle persone è come andare a teatro e vedere uno spettacolo senza luci di scena. Quello che fa realmente la differenza, nei posti dove vai, sono quelli che ti circondano....
Difatti, puoi stare nel posto più affascinante del mondo...ma se la compagnia è quella sbagliata, di quel posto non rimarrà null’altro che un fermo-immagine un po’ sbiadito che distrattamente si aggiungerà agli altri ricordi di passaggi e passanti che hanno incrociato il tuo cammino ma che non hanno lasciato un segno.
Quindi, per la F, ho scelto di parlare dei “Friends”, delle persone con le quali ho condiviso il mio tempo qui a Boston, di quelle con cui ho vissuto, soprattutto.
Comiceremo con Andrea.
Biochimico, calvo, con una pelata perfettamente rotonda che ricorda vagamente la parte cicciotta delle teiere antiche, 34 anni, slanciato, napoletano con la valigia di cartone, Pino Daniele nelle orecchie e la nostra città nel cuore. Ha un’indole cristallina, gli occhi buoni, castani, sempre nascosti da un paio di occhiali da vista e un’atteggiamento bonaccione nei confronti della vita anche se, quando si parla di temi sensibili, in particolare politica, calcio e la sua città, si accende come un pagliariccio.
È uno di quelli che ritornerà. A Napoli, dico.
E io credo che, di questi tempi, è un azzardo lasciare un posto come Boston per uno come Napoli. Ma quello ha Maruzzella nell’anima, ‘a nzalat ‘e mar int’ ‘e vene e Santa Lucia luntana all’orizzonte. Niente gli si può dire sul tema sennò ti manda affanculo.
Studia la passera. Nel senso di fica. Ossia, la vagina...quello strano, buffo mondo, ai più (maschietti) sconosciuto, ritrovo di tutte le più improbabili forme di vita battereologiche presenti sul pianeta. Ma lui ne ha scelta una: la Trichomonas vaginalis, un protozoo della celebre familia dei “flagellati”. Nel doppio senso del termine: 1) questo piccolo parassita ha un ciuffetto di tentacoli a forma di frusta medievale (quella utilizzata dal ciccione sodomita ne “Il nome della Rosa”, per intenderci) e 2) se pigli l’infezione, è un flagello... (e chi ha preso almeno una volta in vita sua la Candida, può perlomeno capirlo).
Poi c’è Giacomocomo. Un uomo il cui nome contiene il cognome: Gia-como Como.
È considerato dai più, il “belloccio” della comitiva (anche se io ho una lieve preferenza per Andrea). Occhi azzurri grandi come due tazzoni da latte, sopracciglia folte e scure, alto e ‘mpustat, nel senso che ha un fisico asciutto a tratti atletico.
La sua passione: la bicicletta. Difatti, ha una bici che gli è costata un po’ più di uno stipendio di PostDoc al MIT (abbastanza, quindi...) e ogni volta che parte, foss’anche solo per due giorni, prende la bicicletta dalla strada e la mette in camera sua. Riservato e sorridente, è un Matematico. Quindi, per definizione, un nerd ingrippato e un po’ maldestro.
Le volte che siamo andati a ballare ho potuto apprezzare il minimo comun denominatore tra lui, Andrea, Malara e Gianluca, chiamati anche “I cugini merda”, ovverossiala mancanza totale e completa di ritmo. Sembrano tre eterosessuali e un omosessuale che stanno acchiappando le farfalle...l’omosessuale, ovviamente, è Pietro Malara, che ha un approccio assolutamente ghey al ballo.
Una qualità che lo lega a Pietro Malara è il disordine. Non tanto quello mentale, che come ben sapete è appannaggio esclusivo del nostro eroe soccavese, quanto quello logistico. Entrambi, ad ogni passo, creano confusione.
E ogni mattina, quando una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone, Flavia si sveglia e sa che troverà latte, succo d’arancia e marmellata fuori dal frigo...e dovrà fare una colazione “calda”...
Degno di nota è che abbiamo un calciobalilla in casa e le serate cominciano e finiscono con una sfida a “fuseball”, così come dicono qui. Io e il Carpentieri siamo davvero due pippe, mentre il Como e il Malara sono accaniti come due professionisti. Adesso hanno in corso una sfida personale a 7 partite secche in cui si sono giocati barba e capelli: nel senso che chi perde, si pela completamente all’ hare krishna...
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