13 oct 2010

"D" come Dexter, Done (no..better OverDone) and Dumb-gang

La serata non era finita bene. Due ore a congelarsi aspettando una telefonata e i nervi alle stelle.
Erano le 8 e mezza di sera, e Flavia si accingeva a prendere la linea verde che da Chestnut Hill l'avrebbe portata a Park Square dove poi avrebbe preso la linea rossa per Harvard e fatto quei sani 10 minuti a piedi per arrivare a casa ed entrare in coma nel suo letto(detto anche Mazinga Z, dalle doghe perforanti)...

Entra nel trenino e accende l'mp3, per isolarsi dalla solitudine che invadeva la carrozza. C'erano solo lei, una vecchia con una busta di plastica tra le gambe, un asiatico addormentato e una ragazza punk, bianca come un cencio e magrissima...

Man mano che il treno si fermava, la gente cominciava a riempire gli spazi vuoti. Gente di tutte le razze e gli stili possibili: una ragazza con il cellulare che litigava con il fidanzato, due cheerleaders, vecchi sparsi, un paio di gruppi in pieno trasloco con valigie improvvisate e chitarre, fuonzionari, un afroamericano in giacca e cravatta che ad ogni messaggio del blackberry si mordeva le labbra e bestemmiava...

La ragazza punk era agitata, muoveva il baricentro avanti e indietro, ora cercando una totale adiacenza col sediolino, ora piegandosi in avanti, senza lasciare spazio alcuno tra torace e gambe. Ogni tanto faceva grandi respiri e di nuovo giù, con il viso tra le mani.
Ad un certo punto si alzò e si spostò verso l'altra carrozza, meno affollata. Flavia la seguì con lo sguardo mentre dagli auricolari la voce di Dexter Holland (The Offspring) e la canzone Gotta Get Away mettevano il silenziatore ai rumori esterni.

Alcune fermate prima di Park Street, la ragazza punk si alza dalla sedia, va al centro dell'altra carrozza, vomita copiosamente tra gli attoniti astanti e sviene.

Nessuno si muove.

Il treno si ferma. La gente entra cercando di evitare corpo e vomito ed io mi alzo bestemmiando un "ma davvero fate??" Dico al conduttore che una ragazza s'è sentita male. L'autista si gira, borbotta qualcosa che non capisco e chiude le porte. La gente migra alla mia carrozza. Ed io gli chiedo di riaprire le porte, che la faccio uscire io dal treno e le cerco un'ambulanza.

Mi carico la giovane, mezza cosciente, e la porto fuori. Incazzata come non mai, cerco qualcuno che mi presti un cellulare perché il mio l'avevo lasciato a casa, ma con scarsi risultati. Lascio la ragazza sulle scale, vado dalla security e gli spiego l'accaduto.
Chiamano l'ambulanza.

Arriva quasi subito. Mi dicono che dovrei dichiarare, che dovrei accompagnarla all'ospedale. "Non la conosco", rispondo e dopo un po' di battibecchi, se la portano al suono spiegato della sirena.
Scendo di nuovo giù, prendo il treno e arrivo a Park Street.
"Casa dolce Casa" penso...

Durante l'attesa per la coincidenza, arriva una mandria di giovani, almeno quaranta, grandi come degli armadi a quattro porte,così alti che io in confronto sembravo la matrioska più piccola della serie, l'ultima che trovi quando le apri tutte.
Cominciano a tirarsi un pallone e a grugnire frasi incomprensibili, almeno per me. Rimetto l'mp3... meglio.
Entriamo tutti nel treno. Di fronte a me, due di questi grandi cerebrolesi fatti ad anabolizzanti e proteine, si scambiano cortesi capate da macho alfa, altri si intrattengono con l'iphone o chiacchierano.
Usciamo ad Harvard. Ci sono due scale mobili. Il flusso di bisonti si avvia verso la prima rampa elettrica...io faccio le scale.
Alla seconda rampa, mi infilo anche io nella scala mobile; io, il portatile e l'mp3. All'improvviso, il gruppo davanti a me si gira e scende in direzione contraria, travolgendomi e riportandomi all'inizio della scala mobile...

Ed io comincio a urlare in napoletano e a prendere a pugni il primo bisonte che mi stava davanti.
Pugni che ovviamente non gli facevano un cazzo (io ho un livido sulle nocche)....
Una scena da cartone animato.
Mi ferma la mano e mi manda affanculo, non so bene in quale direzione, ma ho colto alcuni suggerimenti ed io gli rispondo che è un rotto in culo...in napoletano. Poi in inglese gli dico: io capisco quello che dici tu, sei tu bestia che non capisci quello che dico io.

Una frase senza senso, ammettiamolo.
Ma lì per lì è stata l'unica cosa che mi è venuta in mente.

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