20 nov 2008

se il tempo è galantuomo, io son figlio di nessuno. Vent'anni son passati e il nemico è sempre là...ma i tuoi compagni ormai non ci son più....

se il tempo è galantuomo, io son figlio di nessuno.
Vent'anni son passati e il nemico è sempre là...
ma i tuoi compagni ormai non ci son più,
son tutti al ministero o all'al di là...
ci fosse un cane a ricordare che...
andavi per i boschi con due mitra e tre bombe a mano


Un'atavica convinzione, dovuta al mio essere frutto d’innumerevoli contrasti d’innesti* mi fa credere che la gente non sia stupida.
Io credo fermamente che la gente non sia stupida stupida.

Credo, invece, che perda la memoria.
Non solo quella squisitamente personale... incappando ridondantemente negli stessi errori sentimentali, relazionali, emozionali, comunicativi e intellettuali.
Perde anche la memoria collettiva.
Gli eventi storici, il passato e le immagini di un vissuto raccontato o consumato in prima persona, si fanno sempre più nebulosi e lontani e vengono risucchiati da un'amnesia irrispettosa ed irriverente.

E allora mi sono ricordata di una frase antica:
Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria di Gustav Meyrink.


Il Golem... che sarà mai questo Golem.
Non lo so o non lo ricordo (devo aver letto in qualche manuale le opere di Gustav Meyrink ma ora mi sfugge non avendo letto i suoi libri)... quindi faccio una piccola ricerca.

È una leggenda ebraica, dicono. Nata in Mesopotamia.
La parola golem appartiene all'Antico Testamento (Salmo 139, 16)
16. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
( Bibbia CEI / Gerusalemme)


e significa, quindi, materia grezza, massa informe...
Il mito ebraico trascrive e ripropone la "creazione divina" (poiché lo spezzone dell'Antico testamento parla della creazione del primo uomo dal fango ad opera dello sguardo di Dio) interpretandola dalla prospettiva umana: l'uomo artificiale creato da un altro uomo.

Uau! - penso io - mi sembra più che attuale.

Leggiamo il mito:

Si narra che nel XVI secolo un mago europeo, il rabbino Jehuda Löw ben Bezalel di Praga, cominciò a creare golem per servirsene come servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli scrivendo sulla loro fronte la parola "verità" (in ebraico emet). C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, ed era impossibile servirsene: il mago decideva di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in "morte" (in ebraico met); ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava. Ripreso il controllo della situazione, il mago nascose il demone nella soffitta della Sinagoga Staronova, nel cuore del vecchio quartiere ebraico, dove, secondo la leggenda, si troverebbe ancora oggi.

Insomma... il Golem è una sorta di antico zombie, il bis bis bis nbis nonno di Frankenstein, una pecora Dolly paracelsiana un po' meno pecora e un po' più brutta, forse.

E penso, tra me e me - cosa mi ricorda questo?
Ma l'immagine è sfocata ... Come in preda ad un flusso di pensieri alla Joyce, ascoltavo la canzone di Sergio Endrigo, mi veniva in mente Meyrink e la conoscenza/memoria, che mi riportava al Golem ed all'automa....

... l'automa - mumble, mumble

Il cervello è uno strumento fantastico.
Lega i distinti voli pindarici con una precisione agghiacciante. Al tac tac dello spostamento dei neurotrasmettitori, percossa è la durmiente** memoria e tasselli che nulla hanno a che vedere l'uno con l'altro, come in un puzzle, vengono giustificati in un'unica immagine.

Sergio Endrigo mi fa pensare alla memoria di un passato che il nostro essere diventati "automi" ci impedisce di ricordare e riproporre.
Almeno oggi ho imparato un paio di cose nuove grazie a questa immensa pippa mentale.
D'altra parte ieri ho fatto un sogno surrealista. Ho sognato un paesaggio notturno dipinto.
Solo quello...
unicamente il blu e il nero dei contorni confusi e poco nitidi di un paesaggio notturno e il chiarore della luna.


* Ungaretti mi perdonerà l'ardir della comparazione.
** L'illustre italianista mi perdonerà l'errore. Mi si è spagnolizzato l'italiano. ( se uno è 'gnurant... ¡más vale que lo enseñe!)
Ad ogni modo, dopo una breve ma intensa ricerca sulla qualità della mia ignoranza ho trovato questo esaltante documento: l'Ortografia enciclopedica universale della lingua italiana di Antonio Bazzarini

3 comentarios:

Anónimo dijo...

glosse, postille e annotazioni critiche?

vada per la terza...

Secondo il racconto della Genesi, l'uomo ha avuto fin dall'inizio della sua creazione un fortissimo "imprinting" come l'opera di un vasaio. Poi l'uomo divenne un essere vivente grazie all'alito che Dio soffiò su di lui.

Quindi sempra che l'intervento, prima forte e poi leggero, non sia consistito nel guardarlo perché egli fosse, ma nel plasmarne dal fango la struttura e poi darle vita.

In effetti questa doppia azione, di cui non c'è menzione riguardo agli altri viventi, potrebbe, a mio avviso, essere stata cautelativa. L'uomo è dato alla vita dal soffio perché riportarlo ad essa dalla "morte morale" sia possibile senza turbare l'interno ordine creato.
Altra cosa è la risurrezione finale, alla quale l'intera Natura verrà trasfigurata e di cui Gesù è stata una primizia.

Sul Golem ti cercherò presto una suggestione cinematografica ;-)

Unknown dijo...

si...me lo sono riletto.
Effettivamente menziona una ciatata divina.
Ma il Salmo 139,16 - ossia dove in ebraico è citato il Golem - parla di sguardo. Ad ogni modo tien raggion!!! :)

Anónimo dijo...

Ecco il Golem...
http://www.youtube.com/watch?v=2QxBmB7GULs