Mi sono ricordata che, prima che mi si spostasse la nervatura, avevo scritto una cosa su Logroño, subito dopo il talk che ho dato.
... passeggio per Logroño. Datosi che il mio apporto alla Scienza l'ho già dato, stamane, tra privilegiare la conferenza, la politica e lo scambio/intercambio culturale e il rimanere in stato comatoso nella camera della piccola pensione dove alloggio... ho prediletto la seconda opzione.
Non so chi stava peggio, se il mio corpo o la mia mente. Nel dubbio (atroce) mi sono crogiolata in quello che, a mio parere, è la quintessenza della uallera d'oro: il torpore del piumone quando stai a mezzo sonno.
Logroño sembra una città vivibile.
Ha le dimensioni di Granada, la struttura di Madrid e i prezzi squisitamente bassi, forse per l'eccesso di esercizi commerciali presenti in città, cosa che ho visto solo in qualche documentario su Tokio.
La gente va in bicicletta, fa quel fresco gradevole che presto si trasformerà inevitabilmente in un bucchino di freddo e si mangia bene.
Ho ancora il mezzo chilo di maialetto dell'altro giorno nello stomaco.
Ieri, in piena (in)digestione, alle otto di sera, ho seguito la conferenza di chiusura della sessione alla quale ho partecipato.
Un oratore ha cominciato a disquisire in termini entusiastici della dimensione cosmopolita dell'uomo, della fine delle frontiere, della cittadinanza europea et universale.
OMNIA SUNT COMMUNIA
Certo: la possibilità (per un europeo) di risiedere e spostarsi per l'Europa.
E pensavo, pensavo...ma il sangue, per buona parte della conferenza, non bastava a irrorare comtemporaneamente cervello e stomaco, sicché non riuscivo a focalizzare bene il perché quel discorso non mi convinceva nulla.
Poi due ore e sette cicli digestivi più tardi, alla terza domanda impertinente di uno sbarbatello brufoloso che si era trovato là "per caso", ho capito tutto.
E glielo avrei voluto dire ...
Gli volevo dire: bell' a papà! Sai perché è una solenne minchiata la tua cittadinanza europea? (Anche se condivido l'idea fricchettona del cosmopolitismo) Perché allo stato attuale esiste una cosa chiamata burocrazia. E fintanto che esista la burocrazia, la cittadinanza universale è impossibile.
Perché?
Perché se io, comunitaria, laureata, trovo difficoltà anche solo a farmi convalidare un titolo di studio dall'Italia alla Spagna (manco stessimo parlando di un titolo di studio Ceceno da convalidare in Norvegia), mi spieghi comecazzo faccio a procacciarmi il denaro da "libera farfalla professionista" quale fortunatamente non sono?
Tzé...
ma ho taciuto.
È sopraggiunto il sonno.
Ad ogni modo, questa crisi economica mi riporta alla mente la frase "addà venì Baffone!"
Il sistema capitalista vacilla, un capitalismo "sostenibile" non so se possa essere applicato e si stanno mettendo le pezze.
Addà venì Baffone!
Magari è arrivato. Eppure, nessuno è contento...
Continuo a capirci poco: se leggi i giornali spagnoli, la crisi tocca solo parzialmente la Spagna, perché 'ndringhetè 'ndrà; se leggi quelli inglesi, idem. Ed lo stesso dichiarano la stampa francese e italiana.
Ma si può sapere? È una crisi di tutti? Di nessuno?
Di alcuni?
E saranno as usual quelli della fascia centrale, i lavoratori, a prenderlo a quel servizio...
Ahi! Bei tempi quando si rapinavano le banche con le pistolette ...
Ci si teneva il danno, ma almeno non ci si caricava anche della beffa.
pessimismo e fastidio.
... passeggio per Logroño. Datosi che il mio apporto alla Scienza l'ho già dato, stamane, tra privilegiare la conferenza, la politica e lo scambio/intercambio culturale e il rimanere in stato comatoso nella camera della piccola pensione dove alloggio... ho prediletto la seconda opzione.
Non so chi stava peggio, se il mio corpo o la mia mente. Nel dubbio (atroce) mi sono crogiolata in quello che, a mio parere, è la quintessenza della uallera d'oro: il torpore del piumone quando stai a mezzo sonno.
Logroño sembra una città vivibile.
Ha le dimensioni di Granada, la struttura di Madrid e i prezzi squisitamente bassi, forse per l'eccesso di esercizi commerciali presenti in città, cosa che ho visto solo in qualche documentario su Tokio.
La gente va in bicicletta, fa quel fresco gradevole che presto si trasformerà inevitabilmente in un bucchino di freddo e si mangia bene.
Ho ancora il mezzo chilo di maialetto dell'altro giorno nello stomaco.
Ieri, in piena (in)digestione, alle otto di sera, ho seguito la conferenza di chiusura della sessione alla quale ho partecipato.
Un oratore ha cominciato a disquisire in termini entusiastici della dimensione cosmopolita dell'uomo, della fine delle frontiere, della cittadinanza europea et universale.
OMNIA SUNT COMMUNIA
Certo: la possibilità (per un europeo) di risiedere e spostarsi per l'Europa.
E pensavo, pensavo...ma il sangue, per buona parte della conferenza, non bastava a irrorare comtemporaneamente cervello e stomaco, sicché non riuscivo a focalizzare bene il perché quel discorso non mi convinceva nulla.
Poi due ore e sette cicli digestivi più tardi, alla terza domanda impertinente di uno sbarbatello brufoloso che si era trovato là "per caso", ho capito tutto.
E glielo avrei voluto dire ...
Gli volevo dire: bell' a papà! Sai perché è una solenne minchiata la tua cittadinanza europea? (Anche se condivido l'idea fricchettona del cosmopolitismo) Perché allo stato attuale esiste una cosa chiamata burocrazia. E fintanto che esista la burocrazia, la cittadinanza universale è impossibile.
Perché?
Perché se io, comunitaria, laureata, trovo difficoltà anche solo a farmi convalidare un titolo di studio dall'Italia alla Spagna (manco stessimo parlando di un titolo di studio Ceceno da convalidare in Norvegia), mi spieghi comecazzo faccio a procacciarmi il denaro da "libera farfalla professionista" quale fortunatamente non sono?
Tzé...
ma ho taciuto.
È sopraggiunto il sonno.
Ad ogni modo, questa crisi economica mi riporta alla mente la frase "addà venì Baffone!"
Il sistema capitalista vacilla, un capitalismo "sostenibile" non so se possa essere applicato e si stanno mettendo le pezze.
Addà venì Baffone!
Magari è arrivato. Eppure, nessuno è contento...
Continuo a capirci poco: se leggi i giornali spagnoli, la crisi tocca solo parzialmente la Spagna, perché 'ndringhetè 'ndrà; se leggi quelli inglesi, idem. Ed lo stesso dichiarano la stampa francese e italiana.
Ma si può sapere? È una crisi di tutti? Di nessuno?
Di alcuni?
E saranno as usual quelli della fascia centrale, i lavoratori, a prenderlo a quel servizio...
Ahi! Bei tempi quando si rapinavano le banche con le pistolette ...
Ci si teneva il danno, ma almeno non ci si caricava anche della beffa.
pessimismo e fastidio.
2 comentarios:
Sembra che abbia preso solo l'Islanda.
Che avevano speculato molto sul mercato internazionale e, in particolare Americano.
Come risposta alla crisi avevano chiuso la borsa (come proposto anche dal nostro micropremier).
Poi cercavano di allontanarsi fischiettando come se niente fosse.
Il primo giorno in cui hanno riaperto il Bjorko (immagino si chiami così la moneta locale) ha perso il 70%.
Poi è arrivato baffone Peppone (i Russi) ed hanno offerto un prestito per non fare fallire l'isola.
Per ora i cosacchi non si sono abbeveratia San Pietro, ma per non mettere limite alla provvidenza voi vi potreste trovare la Carfagna a governare la Campania.
...e anche questa è crisi.
Perché un europeo (nel senso di UE, quelli di Vladivostok sono esclusi dal concetto) dovrebbe lasciare il proprio paese? Posso immaginare: per qualcosa di meglio, per ricominciare a sperare, perché è bello ricominciare altrove.
Ma esiste un genere di condizione alla quale non si sfugge facilmente e per la quale alcuni trovano rimedio proprio emigrando.
Mi spiego: sento lamentele di cervelli in fuga, ma hanno idea di che significa non poter nemmeno fuggire per un qualsiasi organo senza valore?
E' lo stesso concetto dell'affermazione di uno stronzo: "l'Alitalia deve rendere conto a chi vola".
E chi non vola? Se non vola oggi, non volerà certo domani: le ali sono congenite.
Ricordo una polacca in mezzo ad una via: "ti rendi conto che io sono una donna?". "Ma vuoi tornare a casa?" "Si vorrei, ma anche oggi spero di rimediare un panino".
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